L’unione fa la forza, IIT lo sa e negli ultimi anni ha creato partnership con leader mondiali in campo meccanico, ottico, industriale per ottenere il massimo dai progetti di ricerca congiunti. È ancora il caso della collaborazione con la multinazionale made in USA Moog, quotata al Nasdaq e player nella componentistica per l’industria aeronautica con 2,5 miliardi di dollari di fatturato, per la realizzazione di un robot quadrupede autonomo in grado di affiancare o addirittura sostituire gli esseri umani in contesti di protezione civile e per lavori in zone pericolose.
I laboratori congiunti Moog@IIT si prefiggono di presentare un prototipo funzionante tra 3 anni, in questo periodo lavoreranno a stretto contatto per fondere e perfezionare i due cuori tecnologici messi a disposizione dalle due consociate: la piattaforma robotica di HyQ di IIT ed l’attuatore idraulico di Moog.
Il robot avrà quindi 4 zampe, 12 articolazioni per 80kg di peso con un corpo in lega di alluminio rivestito però da una struttura di fibre di vetro e Kevlar nera per proteggere il computer centrale e le componenti idrauliche da urti e corpi estranei. L’attuatore idraulico che controllerà i movimenti è realizzato con tecnologia di stampa 3D in polvere al titanio ed è in grado di sviluppare una forza di 400 N, le valvole hanno una frequenza di 350 Hertz, una pressione fino a 200 atmosfere ed un peso di soli 920 grammi per 23 centimetri di lunghezza. I sensori sono in grado di guidarlo su qualsiasi terreno, adattandone il passo ed i movimenti rispetto alla conformazione del suolo e sono in grado di sentire gli ostacoli con le zampe per scavalcarli.
IIT e Moog avevano già collaborato in passato sul progetto di iCub il robot bambino, realizzando i motori elettrici che lo innescano nella sede italiana di Moog a Casella; questa seconda esperienza viene fuori dalla consapevolezza che il settore dei robot per applicazioni emergenziali come terremoti, incendi e disastri nucleari è in forte espansione visto gli investimenti crescenti che stanno operando Stati Uniti, Cina, Giappone e Corea del Sud.
La sfida è rendere il nuovo robot più agile, leggero e performante ed industrializzarne una versione commerciale.