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Venerdì scorso è stata una giornata significativa per il nostro gruppo. Al di là della solita attività lavorativa ci siamo ritrovati in due eventi tra loro lontani per geografia e per contenuti ma comunque interessanti per la nostra crescita professionale e personale. Parte del nostro staff ha tenuto insieme ad altri relatori un seminario presso l’ordine degli ingegneri di Chieti incentrato sugli scenari che la stampa 3D ha aperto per il professionista in questione, mentre un’altra parte ha partecipato alla presentazione presso La Feltrinelli di Pescara del catalogo the “Back Side of the Blind Spot” dell’artista Luciano Sozio.

workshop scenari 3D in ingegneria

Il workshop che si è tenuto a Lanciano aveva un’impronta tecnica, concentrata in una prima parte sulla didattica del processo di additivemanufacturing, delle nozioni base e dei concetti innovativi nella sfera progettazione meccanica, “obbligata” a migrare verso il 3D per restare al passo con nuove tecnologie, nuovi linguaggi e processi di produzione. Con molto interesse, credendo fortemente nella formazione abbiamo abbracciato il progetto dell’ordine degli ingegneri di Chieti di voler condividere il nostro know-how tecnico con la platea per dare un’idea quanto più ampia possibile del mondo dell’additive manufacturing. Il nostro responsabile tecnico ha illustrato a circa 130 professionisti caratteristiche costruttive e esempi applicativi pratici delle più diffuse tecnologie di prototipazione rapida additiva comparandole con la più antica prototipazione rapida sottrattiva (lavorazione meccanica CNC) per far uscire pro e contro di ognuna, giungendo quindi alla conclusione che non esiste la miglior tecnologia di prototipazione rapida in assoluto, bensì esiste la miglior tecnologia di prototipazione rapida per le specifiche esigenze del committente.

presentazione_catalogo_sozio

The “Back Side of the Blind Spot” è un progetto artistico di Luciano Sozio, molisano di origine, artista curioso ed un “uomo di mondo” come lo definisce Serena Ribaudo nella sua prefazione, guidato dal desiderio di fare scoperte. Probabilmente il senso del titolo della sua mostra allestita al Castello Pandone di Venafro nei mesi scorsi è proprio quello di indagare l’angolo cieco dell’esistenza, quello che ognuno di noi si trova a vivere ma su cui nessuno si sofferma realmente. L’ulteriore particolarità della mostra, quella che ci ha coinvolto in prima persona, è stata l’allestimento di un percorso al buio, progettato ad hoc per permettere a tutti, vedenti e non vedenti di avvicinarsi all’arte e di toccarla con mano. Sette opere tridimensionali realizzate con la stereolitografia sono state l’oggetto dell’indagine tattile dei visitatori che non hanno scoperto delle semplici riproduzioni dell’artista, bensì opere appositamente disegnate per essere comprese da chiunque si trovi con la vista al buio. Le testimonianze dei visitatori sono intense e dedicano parole di stupore e di coinvolgimento emotivo verso questa esperienza in 3D sì, ma al buio.

percorso-al-buio

Anche in questo caso siamo lontani dal mondo della progettazione meccanica 3d che generalmente ci circonda, ma abbiamo subito appoggiato il progetto di Luciano Sozio perché siamo davvero convinti che l’additive manufacturing nel futuro, prossimo o anteriore che sia, troverà spazio in tutti i campi del sapere.

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