Di recente alcuni degli artisti più innovativi, creativi ed unconventional del panorama musicale internazionale hanno dato prova di come la tecnologia 3D declinata in varie espressioni sia lo strumento perfetto per ottenere effetti scenici strabilianti.
E’ il caso di Lady Gaga, al secolo Stefani Joanne Angelina Germanotta, che per preparare al meglio il suo show ai Grammy Awards 2016 dedicato all’eterno David Bowie ha scelto di ricorrere al 3D in ogni sua declinazione, guardate questo video:
Intel e 3DSystem sono stati partner tecnologici ufficiali dell’evento, in quanto leader nell’uso di tecnologie software ed hardware per la scansione e la modellazione 3D, per realizzare i componenti critici dello show. Nello specifico per gestire al meglio la riproduzione degli effetti speciali sul volto di Lady Gaga in apertura dell’esibizione lo staff della cantante ha ben pensato di scansionarne il volto e riprodurre un modello tridimensionale con una macchina di stereolitografia. Così facendo potevano pianificare nel dettaglio la sequenza da proiettare e studiare gli effetti reali sulle forme dell’artista. Certamente avrete notato il vero “gioiello” dello spettacolo: l’enorme anello simile al globo che indossa “Lady Bowie“, anche questo realizzato con la stessa tecnologia di prototipazione rapida, in più custodisce al suo interno un sofisticato processore Intel che riproduce in real time i suoi movimenti sul mega schermo posizionato alle sue spalle….Fantastico!
Un’altra menzione speciale la meritano senza dubbio il collettivo The Mill ed i registi Dom&Nic per la straordinaria ideazione del video musicale dei Chemical Brothers per il singolo “Wide Open“. Gustatevi il video e capirete l’origine di questo titolo!
Per proporci questi straordinari effetti speciali hanno scansionato il corpo della giovane ballerina e con un sapiente (e paziente) taglia&cuci degno degli abiti sartoriali di Valentino hanno dato vita a questa creatura ibrida. La struttura ossea rappresentata sembra inoltre stampata in 3D, non vi pare? La sovrapposizione delle immagini è stata tutt’altro che faticosa come ci dimostra questo behind the scenes: la ballerina ha indossato una speciale tuta piena di sensori che ha registrato in 3D la sua danza e grazie a sofisticati software di modellazione è diventato lo scheletro della stessa ragazza.
Senza voler porre troppa attenzione all’empatia che queste performances artistiche possono o meno suscitare, ci preme sottolineare quanto sia camaleontica oggi la pratica della scansione tridimensionale fuori dai soliti confini della produzione industriale per la quale è nata. L’ingresso di numerosi competitors sul mercato ha scatenato un miglioramento esponenziale della tecnologia ed un avvicinamento a molteplici esigenze anche secondo fasce di prezzo più tollerabili, tanto da diventare una risorsa anche in ambito medico aprendo per esempio la strada all’odontoiatria digitale.